L'assessore regionale Galli accusato di riciclaggio

L'inchiesta della Procura di Genova ha portato anche a una serie di perquisizioni

L'assessore regionale Galli accusato di riciclaggio
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A giugno il Tribunale di Milano aveva chiuso il procedimento a suo carico, archiviandone la posizione. Ma per l’assessore all’Autonomia e alla Cultura della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli i guai non sono finiti: l'amministratore lombardo, infatti, è indagato dalla Procura di Genova con l'accusa di riciclaggio. A detta degli inquirenti, in qualità di presidente dell'Associazione Maroni Presidente, avrebbe avuto un ruolo sul presunto riciclaggio  di parte di  49 milioni della Lega  Secondo quanto si apprende, le perquisizioni dei finanzieri hanno interessato uffici e domicili a Milano, Monza e Lecco.

L'intervento della Procura

L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Genova e, tramite la Guardia di Finanza, ha portato a una serie di perquisizioni in uffici e abitazioni a Milano, Monza e Lecco. Nel mirino degli inquirenti sono finiti i circa 450mila euro dell'Associazione Maroni Presidente e poi, secondo l'impianto accusatorio, arrivati su conti correnti legati alla Lega: fondi  sulla carta usati per la campagna elettorale del Carroccio ma in sostanza non spesi e tornati nella disponibilità del partito di Matteo Salvini.

L'inchiesta della Procura di Genova su Galli, nato il 16 maggio 1966 a Bollate e docente all'Università degli Studi di Milano, segue di pochi mesi l'archiviazione disposta dal Tribunale di Milano dopo l'esposto presentato dal rhodense Marco Tizzoni, ex consigliere regionale della lista Maroni Presidente, l'8 febbraio 2018 nel quale poneva il sospetto che alcuni rimborsi elettorali destinati alla lista fossero poi passati alla Lega attraverso l'Associazione Maroni Presidente fondata anche dall'assessore Stefano Bruno Galli. Accuse che il gip Anna Magelli aveva respinto, disponendo l'archiviazione del procedimento per infondatezza della notizia di reato.

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